La Radiestesia è una disciplina che intende di captare energie vibra-zionali oltre il limite dei cinque sensi umani e di dare risposte at-traverso strumenti particolari (pendolino, biotensor…).
Le origini vanno ricercate nell’antica “scienza” della rabdomanzia.
La rabdomanzia è una pratica che consiste nel localizzare oggetti nasco-sti sotto terra servendosi di una verga o di una bacchetta biforcuta.
Ha origini molto antiche ed è ancora praticata, anche se ne negli ul-timi anni pare caduta in disuso.
In origine la rabdomanzia aveva fina-lità divinatorie: determinare il volere degli Dei, predire il futuro o statuire la colpevolezza del condannato in un processo.
La rabdomanzia come praticata oggi nasce nella Germania del XV secolo quando era im-piegata soprattutto per trovare metalli e fonti di acqua. La tecnica si diffuse in Inghilterra grazie ai minatori tedeschi.
Nel Medio Evo i radbomanti rischiarono di venire perseguitati, in quanto sospettati di tenere contatti con il demonio.
Nel 1662 la rabdomanzia venne dichiarata mera “superstizione” o finan-che “satanica” dai Gesuiti, Gaspar Schott (scienziato tedesco del 1600) tuttavia successivamente sostenne che non era così sicuro che a muovere la bacchetta fosse sempre il demonio. Nel 1701 l’Inquisizione proibì l’uso della rabodmanzia nei processi.
Alla fine degli anni Ses-santa del XX secolo, durante la guerra in Vietnam, alcuni Marines statunitensi usarono la rabdomanzia per provare a localizzare addirit-tura depositi di armi e tunnel.
I sostenitori della rabdomanzia ritengono di poter individuare la pre-senza dell’oggetto cercato, grazie sia al contributo di poteri extra sensoriali sia all’emissione di energie da parte dell’oggetto captabi-li attraverso la bacchetta oppure tramite l’effetto di “risonanza” a-nalogo alla vibrazione dei suoni.
Figlia della rabdomanzia è la moderna radiestesia che impiega come strumento di lavoro il classico pendolino.
A seconda delle oscillazio-ni del pendolo il radioestesista è in grado di trarre, secondo questa disciplina, informazioni che normalmente sfuggirebbero ai cinque sen-si, ma anche trarre vaticini che vanno ben oltre l’oggettività ed i parametri positivi.
Esistono infatti metodi di impiego del pendolo in-dirizzati a comunicare con i trapassati o con entità specifiche ed al-tri diretti a diagnosticare malattie o alterazioni in ambito di salu-te.
La Radiestesia ha ottenuto, in questi ultimi anni, uno straordinario sviluppo che si manifesta con una fioritura di opere e di articoli contenenti un grande numero di fatti sperimentali, incontestabili e veramente stupefacenti. La Radiestesia viene addirittura definita “l’arte di scoprire, grazie al pendolino o alla bacchetta, ciò che è nascosto alle facoltà normali ma la cui esistenza è reale”.
La parola “Radiestesia” (coniata dall’abate Alex Bouly nel 1929) deriva da due radici, una greca radius, raggio e l’altra latina aistetis, sensibili-tà.
La Radiestesia è pertanto una forma di percezione extrasensoriale che permette all’uomo di mettersi in contatto con il mondoche lo circonda (ma sarebbe più corretto parlare di universo, dal momento che coin-volge spazi e tempi molto ampi) in un modo tutto particolare, assai più preciso e profondo di quanto non riuscirebbe a fare con i suoi cinque sensi.
Tuttavia per poter praticare con successo la Radiestesia è necessario esercitarsi con costanza e pazienza, e questo non solo per affinare la propria sensibilità e sviluppare le proprie doti psi-cofisiche, ma soprattutto per impadronirsi con sicurezza delle tecni-che e dei metodi di questo tipo di ricerca.
Esistono moltissimi modelli di pendolo. A rigor di termini sono tutti validi, tuttavia è un dato di fatto che il materiale, la forma, la lunghezza della corda o della catenella influiscano non poco in una buona seduta radi estetica. Il vero soggetto agente di una seduta è l’operatore, ossia la persona che attua la seduta.
Ciascuno di noi è un mondo a parte, pertanto la scelta dello strumento spetta unicamente all’operatore. Nella stessa maniera in cui decidiamo di indossare un paio di scarpe a seconda della circostanza e del luogo in cui ci stia-mo recando, lo stesso avviene con il pendolino.
Occorre scegliere un modello confortevole e gradevole per se stessi, in fondo il pendolo va considerato come una estensione di se e deve riflettere il più possi-bile i gusti e lo stile di chi opera.
Prendiamo ora in considerazione alcuni modelli basici:
– pendoli in quarzo ialino o in cristallo: sono considerati ottimali quando si desidera ottenere la massima concentrazione, chiarezza ed obiettività. Spesso si impiegano quando si intendono eseguire domande che abbiano come oggetto l’operatore stesso, sono dunque consigliati per avere risposte su se stessi o qualcosa che riguardi se stessi.
– pendoli in pietra: è risaputo che ogni pietra emette delle partiola-ri vibrazioni. Non starò a dilungarmi in questo trattato circa i si-gnificati di ogni pietra, dal momento che esistono in commercio ottimi testi che affrontano l’argomento, tuttavia è interessante notare che i più sfruttati sono quelli in corniola (per comunicare con entità ele-mentali o spiriti), in quarzo rosa (per ottimali per avere risposte circa situazioni sentimentali o emotive), in ametista (per avere ri-sposte circa l’animo umano, ma anche per comunicare con le anime di-sincarnate)
– pendoli a goccia: sono i più versatili, si utilizzano soprattutto per consultare quando si ha dinnanzi la persona per cui si consulta. Esistono di pesi differenti a seconda della “mano”. Un uomo infatti, o chi ha una mano più grande e forte, avrà bisogno di un pendolo più pe-sante. Ricordate sempre che il pendolo deve essere confortevole.
– pendoli con mercurio: sono i più sensibili in assoluto, si usano per aumentare in maniera esponenziale le proprie capacità radi estetiche, ma anche per porre domande su fatti o persone lontano nel tempo o nel-lo spazio la cui vibrazione appare dunque più debole. Non devono esse-re mai di dimensioni eccessive, ma leggeri. Non è infatti la dimensio-ne, in questo caso, che importa, ma il materiale contenuto, che funge da “vettore medianico”, come una sorta di amplificatore.
– pendoli con testimone: sono pendoli che permettono di inserire al loro interno dei testimoni (materiali organici, capelli, unghie, fram-menti di vestiti) della persona su cui si desidera investigare. Si im-piegano nella ricerca di persone scomparse, ma anche per avere infor-mazioni dettagliate su un individuo, sia a livello di salute, che in altri ambiti.
– pendoli a silos: sono pendoli versatili, hanno caratteristiche affi-ni a quelli a goccia ma sono considerati “più sensibili”” ma meno pre-cisi”. In commercio se ne trovano anche con possibilità di inserire un testimone. Alcuni hanno all’interno del vano un altro pendolo. Questo modello, estremamente raro, è considerato per contro estremamente pre-ciso ed accurato.
– pendoli a punta di lancia: sono considerati pendoli piuttosto sensi-bili, leggeri e versatili. Si prestano ad ogni tipo di indagine e si distinguono per una vantata precisione.
– pendoli in legno: esistono di differenti forme, alcune si ispirano a raffigurazioni di simboli egizi, ma è il materiale a fare la differen-za più che la forma strictu sensu. Sono molto leggeri, nonostante le dimensioni, versatili. Si prestano a sedute lunghe ed offrono all’operatore un eccellente isolamento dal soggetto su cui si vuole investigare. Sono consigliati quando si intende fare diagnosi o doman-de su persone o situazioni caratterizzate da forte persenza di energia negativa. Sono tra i favoriti dalle “streghe” nei loro consulti ai clienti, perché impediscono la condensazione di negatività in maniera molto obiettiva.
– pendoli a gabbia: si tratta di supporti classici (a punta di lancia, a goccia, a silos…) circondati da una sorta di gabbia o spirale metal-lica. Sono molto sensibili e leggeri. Estremamente versatili.
Questi sono i modelli più accreditati. Se è vero che per le indagini radiestetiche è sufficiente un anello appeso ad un capello (così inse-gna la tradizione stregonica quando si desidera conoscere il sesso di un nascituro) in realtà è bene impiegare strumenti più accurati e con-fortevoli.
I pendoli sono proprietà esclusiva di un operatore, non vanno mai pre-stati a terzi, al limite si possono regalare, ma in ogni caso occorre pulirli in maniera accurata.
CONVENZIONI FONDAMENTALI
– oscillazione in senso orario significa SI
– oscillazione in senso antiorario significa NO
– oscillazione trasversale al corpo significa NO
– oscillazione che si allontana e si avvicina al corpo significa SI
– oscillazione diagonale rispetto al corpo indica INCERTO