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Halloween Messicano
23/09/2024

In Messico esiste una tradizione molto forte per questa festività, che affonda le proprie origini negli antichi culti precolombiani. Non dimentichiamo che la tradizione magica di questo paese è imperniata quasi completamente sulla figura di un’entità che regna sovrana su questo periodo dell’anno: la Santisima Muerte.

La notte di Ognissanti e i giorni che seguono segnano lo squarciarsi del velo che separa i vivi dai morti all’insegna del giubilo e della gioia.

I festeggiamenti iniziano in realtà già dal 25 di ottobre e si protraggono fino al 4 di novembre, seguendo un preciso calendario che ricorda ogni giorno i morti in base alla causadel loro decesso.

Il Primo novembre, giorno normalmente tributato ai Santi, si ricordano i piccoli angeli, ovvero i bimbi che non ci sono più, ma soprattutto il 2 novembre, a partire dalla mezzanotte, quando le famiglie accolgono il ritorno sulla terra dei propri cari.

Nelle abitazioni, nei cimiteri, nelle strade e nelle piazze vengono allestiti altari o ofrende (offerte), che sono creati secondo una complessa cabala di fiori, fotografie, cibi (immancabile è il pan de muertos), liquori, candele e gli immancabili fiori arancioni di calendula, i cempa§chil.

Non si tratta di altari per adorare, ma rappresentano una sorta di portale tra la vita e la morte, per accogliere gli spiriti che ritornano nel mondo dei vivi. Anche in questo caso è forte il legame con le tradizioni precolombiane, i cui funerali erano accompagnati da offerte che contenevano due tipi di oggetti: quelli utilizzati in vita dal defunto e quelli che avrebbero potuto servirgli nel transito verso l’altro mondo.

A decorare le strade, in tutto il periodo del Día de Muertos, è possibile trovare anche i papeles picados: rettangoli di carta finemente ritagliati a forma di scheletro o altri elementi che rimandano al mondo dei morti e alla cui creazione si dedica tutta la famiglia. Rappresentano la fragilità della vita che è paragonabile ad un soffio di vento.

Tra i simboli più importanti di questa festa ci sono naturalmente i teschi, chiamati calaveras. È un segno ricorrente in tutto il Messico, non solo durante il periodo della Festa dei Morti, ed è possibile trovarli anche nelle incisioni delle popolazioni preispaniche.

Le calaveras ci ricordano che la morte è solamente un rito di passaggio, per questa ragione la vita va celebrata ogni giorno.

La Calavera Catrina, talvolta considerata nemesi della Signora della Morte ed è rappresentata con abiti francesi: un’immagine satirica creata Posada, un celebre artista messicano, per dirci che, in fondo, sotto sotto siamo tutti scheletri.

Il Día de los Muertos non si può considerare la versione messicana di Halloween dal momento che celebra la vita più che la morte e i santi, quasi un monito a vivere al massimo ogni giorno: per la morte c’è sempre tempo.

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