Non esiste paese, sulla terra, in cui sia assente la figura di questo particolare eroe dell’agiografia ufficiale e ufficiosa della cultura cattolica. Il 12 giugno cade la festa di sant’Onofrio, o Noferi (secondo alcuni nente poco di meno che un’epiteto del dio egizio Osiride!), dal greco Onnóphris cioè “colui che è sempre felice”, un anacoreta del IV secolo d.C. che passò buona parte della sua vita nel deserto egiziano.
Secondo la leggenda era figlio di un re, a lungo desiderato, ma che, appena nato, fu indicato da un demonio come figlio di una relazione adulterina della regina: sottoposto alla “prova del fuoco”, ne sarebbe uscito indenne. Si isolò dedicandosi alla vita eremitica ancor molto giovane. Il vecchio vescovo e monaco egiziano Pafnuzio, desideroso di conoscere la vita degli anacoreti del deserto, lo incontrò e trascorse con lui gli ultimi giorni di vita di Onofrio cui dette sepoltura in una grotta.
Pafnuzio riportò la sua esperienza nel libro La Vita che ebbe larga diffusione in Oriente dando l’avvio al culto di sant’Onofrio che si estese per tutta l’Asia minore.
È ritenuto, assieme a sant’Antonio da Padova e Graziano di Tours, protettore di chi cerca oggetti smarriti, nonché a Firenze dei tintori, ma soprattutto delle donne che cercano marito e degli studenti che hanno problemi di studio. In America Latina è diventato patrono delle prostitute, in virtù di essere raffigurato completamente nudo e solo coperto da barba e capelli, protettore di chi ha dipendenze e campione nelle intercessioni che riguardano il denaro e il benessere quotidiano, in ragione di quel senso di gioia che sempre accompagnò l’eremita in tutto il corso della sua vita.
Il culto di Sant’Onofrio è legato alla sua effigie ed in particolare una piccola statuina di piombo, cava al suo interno, che lo rappresenta. Questa reliquia viene considerata alla stregua di un vero e proprio talismano, ma è altresì al centro di moltissime pratiche spirituali e magiche della cultura latina.
LA RELIQUIA DI SANT’ONOFRIO
Esistono diversi modi di impiego della “reliquia” di sant’Onofrio. Il più semplice, come anticipavamo, consiste nel mettere all’interno del simulacro di piombo il proprio nome completo, scritto su carta pergamena, quindi sigillarlo con cera d’api vergine. Una volta chiusa la statuetta andrà intinta in tre pile dell’acqua santa di tre chiese diverse.
La statuina andrà portata sempre con se per essere tutelati dai brutti colpi del destino, dalle difficoltà della vita o per trovare marito (sic). Questo stesso talismano veniva impiegato anche dalle donne di vita che al santo si rivolgevano per ottenere aiuti nella loro professione, per attirare i clienti e per evitare i pericoli connessi alla loro professione.
Se volete sapere qualcosa di più e conoscere tutte le pratiche legate a questo meraviglioso santo popolare vi consigliamo la lettura de Il Segreto di Sant’Onofrio, una pubblicazione edita da Il Crogiuolo® accompagnata dalla celebre reliquia in piombo del santo.