Gli studi sulla semiologia e l’antropologia culturale, nell’analisi delle varie tradizioni e dei fenomeni sociali, da sempre si sono scontrati/incontrati con una realtà, quella dei simboli, che si sovrappone non solo al linguaggio, ma diventa essa stessa metalinguaggio in ragione di una connessione con diversi piani dell’esistenza.
I sigilli esoterici fanno parte di questo fenomeno, al contempo segno di riconoscimento per un essere trascendente, preghiera, auspicio e speranza. Le lettere dell’alfabeto ebraico, ad esempio, oltre a identificare una fonetica, nicchiano ad un discorso teologico e riflettono il connubio nomen/omen per ottenere una sorta di comunicazione segreta con i piani più alti dello spirito.
Chiunque si approcci alla Magia e calchi i primi passi nel mondo dell’esoterismo incappa inevitabilmente nei testi attribuiti a Salomone il Grande, che ne fanno padre assoluto di tutta la magia antica occidentale. Storicamente il celebre re biblico non scrisse nessun tipo di libro di esoterismo, ai suoi tempi la stessa lingua ebraica come compare nei suoi sigilli non esisteva ancora, ma il mito attribuisce a questa figura una serie di testi che raggruppano lo scibile magico antico in un corpus dottrinario complesso ed evoluto in cui si possono trovare tracce addirittura più antiche del figlio di Davide.
I testi di magia salomonica come li conosciamo hanno origine medievale ma riassumono in maniera mirabile le antiche conoscenze dei Maghi del passato. Nella celebre Clavicula Salomonis troviamo una serie di sigilli conosciuti come pentacoli, veri e propri condensatori di forze planetarie che coniugano la cabala ad intelligenze angeliche con percorsi di geometrie sacre non sempre identificabili ma che ritroviamo come grafici archetipali in tutte le culture del passato (stelle, cerchi, triangoli…).
Il termine pentacolo (anticamente pantacolo) deriva dal termine greco antico “pan” che identifica il tutto. I testi antichi e quelli successivi, partendo dai classici, hanno aggiunto simbologie e funzioni di questi pentacoli, anche in ragione delle esperienze dei vari operatori nel corso dei secoli, fornendo ampliamenti alle funzioni originali dei vari sigilli.
Il celebre maestro spirituale Omraam Mikhaël Aïvanhov, nelle sue opere, specifica l’ingrediente fondamentale atto a consacrare o attivare un talismano: l’Amore. Ed è vero, senza provare amore per l’oggetto che si ha tra le mani e per la persona a cui è destinato, nessun procedimento rituale consacratorio avrebbe né senso né significato. Ma la magia agisce su piani spirituali, fisici e mistici e se si parla di rituale consacratorio non possono mancare elementi che ne completano l’opera. Una consacrazione eseguita ad arte vivifica il sigillo permettendogli di emanare le antiche energie permettendogli di far scaturire tutto il suo potenziale.
I pontos riscados
I Pontos Riscados sono disegni rituali usati per evocare entità del pantheon brasiliano, tracciati con gessi speciali e attivati da canti sacri. Ogni entità ha il proprio Ponto, spesso accompagnato da candele e offerte. Possono essere incisi su medaglie per trasmettere protezione.
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I Vevè
Il Vodou unisce elementi africani e cattolici, con i Lwà, spiriti che rappresentano forze naturali e antenati. I vevè, simboli geometrici, vengono tracciati durante i rituali per canalizzare energia e diventano talismani attraverso la consacrazione.
I Teurgici
La teurgia è l’arte di invocare il divino tramite rituali, purificando l’anima e riconnettendola con le divinità. I sigilli teurgici, come quelli dell’Abate Julio, sono potenti strumenti di protezione, consacrati con preghiere, olio e candele bianche per infondere energie spirituali e benedizioni.
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