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Exù Tirirì
24/03/2017

In occasione del primo volume della nuova Collezione Laroyé de Il Crogiuolo, già disponibile sul nostro portale online, desideriamo parlavi di una delle entità conosciute, Exù Tirirì. Seu Tirirì (signor Tiririì) apre tradizionalmente le porte al Regno das Matas (Regno delle Foreste), è il capo reggente della falange che lavora negli incroci situati nei campi, quelli fatti di terra, per intenderci.

Esistono diversi Signori, nella Quimbanda, che si presentano nelle giras come Exù Tirirì:

Exù Tirirì Rei Dos Sete Cruzeiros da Calunga
Exù Tirirì Lonàn
Exù Tirirì Anà
Exù Tirirì Das Matas
Exù Tirirì Cigano
Exù Tiriri da Figueira…
E molti altri.

Ci sono altresì altri Tirirì che si segnalano per avere come dijina (appellativo) un nome africano (ad esempio Exù Tirirì Lonàn). Questo mostra l’Exù di Candomblè che influisce direttamente sulla qualità di Exù: Tiriri-Bará; Tiriri- Apavená; Tiriri- Apandá….

Nella tradizione Exù Tirirì è associato alle esplosioni, ma questo è indubbiamente riduttivo: l’esplosività appartiene come caratteristica a tutte le entità di fuoco e Tirirì va ben oltre questo concetto, perché comunque non è esplicitamente un Exù di Fuoco (ricordate che le sue offerte vengono portate negli incroci di terra fra i campi). Tirirì a livello iniziatico è il Signore della Veggenza. La sua esplosione è lo shining, ossia l’illuminazione che viene dal comprendere una cosa. E’ il lampo di genio, la capacità di capire, l’inventiva. Tirirì vede oltre, dove gli altri non possono. Saggia è la sua parola senza menzogna e saggi sono i suoi consigli quando “parla” attraverso i buzios o mediante altri strumenti divinatorii.

La sua saggezza nulla toglie al suo coraggio ed al suo carattere focoso, passionale, sanguigno. Tirirì implica necessariamente qualcosa di violento, di caldo ed improvviso: è una liberazione istantanea di energia.

Exù Tirirì viene generalmente accompagnato da una Pomba Gira, che varia a seconda del tipo di cammino (manifestazione) in cui si presenta.

Viene rappresentato in modi differenti: ora come un giovane prestante e muscoloso, ora come un uomo dalla pelle scura, i baffi a punta e la testa rasata o con pochi capelli, ora come un giovane con la pelle devastata dal vaiolo, ora come un bambino dallo sguardo furbo e birichino che non disdegna però sigari o sigarette come il più navigato degli scugnizzi.

Ama liquori forti, come la cachaça e il whiskey, spesso fa aggiungere peperoncini all’interno degli stessi, specialmente quando lavora nella magia di attacco. Fuma sigari di qualità.

E’ considerato un Exù semplice, alla mano, che non presta troppa attenzione all’etichetta.

In una delle sue incarnazioni visse in Irlanda, era un bellissimo giovane, di origini modeste, che commise il grave errore di innamorarsi della splendida figlia del signore feudale della contea. Il suo amore impossibile fu la causa della sua disgrazia: venne incarcerato per lunghi anni e sottoposto ad ogni tipo di degradazione umana. La sua convivenza con le malattie e le altre sofferenze che scontò sulla propria pelle e vide sulla pelle dei propri compagni di pena lo resero nel contempo caritatevole e irrequieto, non più disposto ad accettare le ingiustizie verso i deboli.

Un’altra leggenda invece, quella di Bartolomeu Custodio, spiega perché in alcune rappresentazioni compaia con una bottiglia ai suoi piedi o in mano… ma questa è un’altra storia.

Nel libro Laroyé Tirirì troverete la storia completa di questo Exù, pontos riscados e cantados, formule, mirongas e naturalmente diverse pratiche per lavorare con questo grandioso principe della Quimbanda.

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