Lo Sciamanesimo è una delle forme di magia organizzata tra le più antiche e multiformi di cui si abbia conoscenza.
Fin dagli albori del mondo, l’uomo ha cercato il contatto con il divino, con entità superiori e soprannaturali che lo potessero aiutare a sopravvivere in un ambiente ostile (basti pensare all’uomo delle caverne e ai mille pericoli che lo circondavano), e, man mano che la civilizzazione e la complessità del suo spirito si accrescevano, che lo potessero rendere potente, guidare e, soprattutto, soddisfare i suoi bisogni sempre più raffinati e sofisticati.

Ecco, dunque, come la figura dello sciamano si è evoluta con il passare dei secoli, pur mantenendo una sua precisa funzione d’intermediario tra gli uomini e gli Dei. Lo sciamano è la persona che, in virtù di una profonda sensibilità e medianità, riesce a penetrare nei misteri divini e portare la sua conoscenza ai propri compagni: è quindi una sorta di ponte tra la comunità degli uomini e Dio. Uso indifferentemente i termini Dio e Dei, perché lo Sciamanesimo abbraccia così tante culture e tradizioni religiose (anche il sacerdote cattolico può essere considerato uno sciamano) che non esiste un solo unico modo per definire il Divino da esse venerato.

La forma di Sciamanesimo europeo, o per meglio dire, celtico, più conosciuta è quella della Wicca, o Stregoneria bianca, che ha conosciuto il suo apogeo durante le antichissime culture matriarcali, esistenti prima della venuta del Dio-maschio, come il Dio ebraico, e che poi per secoli è stata tacciata dalla religione dominante, spesso cattolica, di abominevoli commerci con il Diavolo, con l’essenza del Male.
Ma anche lo Sciamanesimo africano, che sarebbe poi diventato quello brasiliano, ha subito atroci repressioni, ingiustificate persecuzioni, ma, grazie al suo altissimo valore spirituale, non è mai stato sconfitto, anzi, ha trovato modo di sfuggire ai suoi carnefici europei nascondendosi dietro i santi, amalgamandosi con le energie venerate dai nemici.

Ciò che è sentito e reale, ciò che è amato e venerato non può scomparire, non può essere ridotto al silenzio: lo Sciamanesimo avvicina l’uomo a Dio come spesso non riesce a fare la religione istituzionale, spesso perché impoverita dei suoi valori originari, del suo messaggio più profondo e autentico.

Così, soprattutto nei piccoli centri di campagna (pagus cioè “villaggio” è la radice da cui deriva il termine pagano) in Europa, nelle terre devastate del Nord e del Sud America, nei continenti più inaccessibili, il culto sciamanico ha continuato ad esistere, talvolta in modo segreto e sotterraneo, parallelamente a quello istituzionale: molti di quelli che frequentavano la chiesa andavano poi dalla o dallo sciamano per farsi togliere malocchio e malefici, per far innamorare una tal persona, per risaldare ossa rotte e togliere porri e verruche.
Ancor oggi, in molti paesini italiani ed europei, c’è una vecchietta o un vecchietto che, discendente di una stirpe di guaritori, applica oli, erbe e formulando specifiche preghiere segna le ossa e guarisce un’infinità di piccoli malanni.

E lo sciamano esiste proprio per questo: per portare il senso del divino ad ogni uomo, per fargli scoprire le energie che lo compongono, per metterlo in contatto con la parte più profonda e più autentica di se stesso.

Ma il raggio d’azione dello sciamano è più ampio e articolato di quello che si potrebbe credere: difatti, offre consigli e soluzioni magiche o pratiche, non solo per risolvere quesiti dell’anima, dubbi spirituali o per soddisfare la sete di divino, ma anche per ottenere benefici materiali e terreni. Perché, così afferma lo sciamanesimo, l’uomo, fatto di carne e spirito, ha il diritto di pensare ad entrambi, di vivere bene, in salute e prosperità, e lo sciamano, quale guida spirituale e terrena, aiuta coloro che si rivolgono a lui a capire quali siano i loro desideri profondi e giusti ed a realizzarli.