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La Sfera di Cristallo
14/07/2011


L’uso di oggetti di materiale trasparente a scopi magici o divinatori è praticato fin dall’antichità ed è comune a diverse civiltà; tuttavia sembra che l’uso di oggetti trasparenti di forma sferica risalga solo all’alto Medio Evo, se non più tardi.

Nella tomba del re dei Franchi Childerico I, vissuto nel V secolo, fu ritrovato un globo di berillo trasparente del diametro di 3,8 cm; da questo ritrovamento nacque la leggenda che il re lo utilizzasse per predire il futuro.L’oggetto è simile ad altri globi che furono in seguito trovati in tombe del periodo merovingio (in Francia) e sassone (in Inghilterra), alcuni dei quali completi di una montatura che fa pensare a un oggetto ornamentale. Tuttavia è stato fatto notare che tali montature sono identiche a quelle di altri globi usati per la magia o la divinazione; quindi è possibile, anche se non è certo, che questi globi di cristallo fossero usati per la cristallomanzia.

La prima notizia storicamente documentata riguarda dunque il matematico e occultista britannico John Dee, il quale sostenne di aver ricevuto una sfera di cristallo da un angelo il 21 novembre del 1582 e di averla usata in seguito più volte per mettersi in collegamento con gli angeli, assistito dal medium Edward Kelley. La pietra di berillo che probabilmente fu usata da Dee ha un diametro di 6 cm ed è oggi conservata al British Museum insieme con i supporti, finemente lavorati, sui quali la appoggiava durante le sue pratiche.

Altre due sfere di cristallo contemporanee di Dee sono conservate una nel Museo di Storia della Scienza di Oxford e l’altra nel Museo della Scienza di Londra; entrambe furono usate, dai rispettivi proprietari, anche come strumento diagnostico in ambito medico. Insieme alla seconda sfera è conservato anche il manoscritto con le istruzioni per l’uso.

Al berillo furono in seguito preferiti il quarzo ialino e il vetro in quanto materiali perfettamente trasparenti.

Gli antropologi Andrew Lang e Ada Goodrich-Freer nel XIX secolo condussero numerosi esperimenti sulla cristalloscopia utilizzando palle di vetro, oltre a studiare approfonditamente la storia mondiale delle tecniche di scrying. Fu la Goodrich-Freer a scoprire che i globi di cristallo più antichi, compresa la pietra di Dee, erano in berillo e non in quarzo come erroneamente si era ritenuto fino a quel momento.

La sfera di cristallo è usata in diversi modi da diversi praticanti e per diverse finalità.

La finalità più comune è quella di ricavarne visioni o immagini di vario tipo le quali, secondo ciò che i praticanti riferiscono, possono formarsi sia all’interno della sfera, sia sulla superficie della stessa, sia altrove. Le visioni possono riguardare avvenimenti passati o luoghi lontani, oppure possono essere predizioni o presagi sul futuro, oppure possono essere immagini di tipo simbolico che dovranno essere interpretate secondo le abilità e le conoscenze del praticante o dell’eventuale destinatario del messaggio simbolico.

Altri praticanti usano la sfera di cristallo per mettersi in collegamento con persone defunte o con entità soprannaturali, in quanto credono che le caratteristiche dell’oggetto possano facilitare la comunicazione; il praticante può percepire l’immagine del defunto o dell’entità come pure non percepire alcuna immagine durante il collegamento.

In ambito magico o religioso la sfera deve essere consacrata tramite rituali più o meno complessi prima di poter produrre il suo effetto.

Il collegamento tra il praticante e la sfera di cristallo può avvenire tramite la vista, ossia il praticante guarda l’oggetto, tramite il tatto, ossia il praticante tocca l’oggetto spesso restando in contatto con esso, o tramite entrambi i sensi. Quando la usa per ottenere una visione, il praticante generalmente la fissa intensamente finché le immagini non cominciano a formarsi e non distoglie lo sguardo finché le immagini non spariscono.

Per favorire la formazione delle immagini, alcuni praticanti la avvicinano a una parete scura oppure la avvolgono in un panno nero, altri prediligono le ore della luce del giorno e in particolare l’alba, ma esistono anche altre tecniche.

Alcuni praticanti cadono in stato di trance durante l’uso della sfera mentre altri praticanti restano coscienti.(Fonte Wikipedia)

Esistono tre categorie di sfere di cristallo e di specchi divinatori:

1. Il cristallo o lo specchio che focalizza la concentrazione ed induce la percezione extrasensoriale.
2. Gli oggetti atti a rispecchiare l’inconscio ed a riflettere delle energie sul consultante.
3. Gli oggetti abitati da qualche entità intelligente.

Se il meccanismo della prima categoria è facilmente comprensibile, il procedimento della seconda categoria appartiene, in tutto e per tutto, all’universo della Magia. Questo è il caso per esempio, dello specchio egiziano di Hator. La Dea Hator aveva ricevuto l’occhio sacro di Rha^ che vede ogni cosa. Con un atto di volontà si possono trasformare degli oggetti a scopo di conferire loro dei poteri magici. La terza categoria di oggetti richiede l’esistenza di un’armonia tra l’oggetto ed il proprietario, affinché gli spiriti possano liberamente comunicare.

Divinazione


La pietra deve sempre essere di una purezza assoluta. Essa non deve essere toccata da nessuno se non, per qualche minuto, dal consultante. La forma della pietra non ha importanza. Uno specchio od un bicchiere d’acqua possono egualmente essere usati con la medesima efficacia. Un tempo si circondava la seduta con rituali complicati o si impiegavano incensi vari e strumenti magici. Il primo rituale dello specchio lo troviamo in un vecchio manoscritto cabalistico francese. In esso si dice: “Coloro che vogliono entrare in comunicazione con gli spiriti benigni del cristallo devono condurre una vita esemplare e guardarsi dalle sozzure del mondo.” Il consultante deve lavarsi di ogni impurità, facendo ripetutamente delle abluzioni e pregando, almeno durante i giorni che precedono la seduta. Inoltre, la Luna deve essere nella sua fase crescente. Ci si può anche fare aiutare da una o due persone sagge e discrete, ma tutti indistintamente dovranno conformarsi ai metodi ed alle regole di quest’arte. Il consultante non deve nutrire dubbi; deve essere invece risoluto, deciso nella fede, fiducioso ed irremovibile. Egli deve badare attentamente a non omettere niente nel corso della cerimonia, se vuole ottenere lo scopo che si è prefisso. Infatti è dalla precisione che dipende l’esito positivo! Le sedute di invocazione possono aver luogo in qualunque periodo dell’anno, purchè i due astri principali si trovino in posizione propizia, cioè in congiunzione con i pianeti favorevoli. Il periodo migliore per il Sole è il momento della sua massima inclinazione verso il nord. Si deve operare in una stanza pulita e tranquilla. Le operazioni preliminari devono svolgersi durante la fase di Luna crescente. Occorre poter disporre di una tavola coperta con una tovaglia di tela, di due candele di cera piazzate nei candelabri, di una spada magica in acciaio, di una bacchetta divinatoria di legno di nocciolo. Questi oggetti, che devono essere tutti genuini e puri, saranno consacrati prima della cerimonia. L’elemento essenziale ed insostituibile è la sfera di cristallo, di circa dieci centimetri di diametro.

La cristallomanzia utilizza preferibilmente, ai nostri giorni, la sfera di cristallo. Lo specchio, in grande onore dell’Antichità e del Medioevo, ha dato a suo tempo, origine a troppe pratiche di stregoneria, per continuare a riscuotere la simpatia dei maghi, in tempi in cui i metodi di divinazione più svariati tendono a “democratizzarsi”. La sfera di cristallo verrà lucidata, per brillare, ed incastrata in un telaio di avorio o di quercia. Essa viene egualmente consacrata prima della cerimonia.

Sul telaio si imprimono le seguenti iscrizioni

– A Nord: TETRA GRAMMATON.
– Ad Est: EMMANUEL.
– A Sud: AGLA.
– Ad Ovest: ADONAY.

Il supporto porta il nome mistico SADAY e sui candelabri sono scritti i nomi: ELOHIM E ELOHE.

La consacrazione degli oggetti si fa con il viso rivolto verso Est. Si pronunciano le parole rituali e si impongono le mani sugli strumenti e gli accessori. Dopo la consacrazione, si erige la tavola e vi si depone la sfera. Si traccia un cerchio tutt’intorno e si mette una candela di cera in ciascun candelabro. Nel cerchio che avrà un diametro di due metri e mezzo, il consultante ed i suoi compagni eventuali penetrano nell’ora e nel giorno di Mercurio, durante la fase crescente della Luna.

Si rivolge un’invocazione a VASSAGO: il genio del cristallo.

E’ dato per certo, che se si agisce con perseveranza, si instaura la comunicazione con lo spirito. Questo è l’approcio tradizionale. Secondo un metodo più recente e moderno si procede più semplicemente in questo modo: prima di iniziare si consiglia una breve meditazione. Essa ha lo scopo di sgomberare la mente e lo spirito da pensieri estranei e materiali, cioè di liberarli dagli assilli abituali: si favorisce così la concentrazione.

Quando lo spirito è ormai nello stato d’animo adatto, è consigliabile circondarsi di uno schermo di protezione. Questo può essere tramite la visualizzazione di un avvolgimento luminoso, l’enunciazione di una preghiera, l’appello ad un Essere supremo, quale che sia la concentrazione che se ne ha.

Quando la veggenza è terminata, i partecipanti devono sedersi dolcemente e visualizzare una nebbia azzurrina che scende su di essi arrestandosi all’altezza delle teste. Ciò ha lo scopo di creare uno stato di isolamento contro le influenze nefaste rimaste nella stanza al di fuori del cerchio. E’ anche consigliabile proteggere la sfera, con il pensiero, prima di rimetterla nella sua custodia. Ecco un metodo che si può usare per la consacrazione: si prende la sfera tra le mani e ci si siede dolcemente. Si fa una breve meditazione per tranquillizzare lo spirito e quindi si pronuncia una piccola preghiera. Si solleva la sfera all’altezza della fronte e si invoca la protezione di qualche divinità particolare.

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